Giuseppe Ungaretti

Terra

I ricordi

Potrebbe esserci sulla falce
Una lucentezza, e il rumore
Tornare e smarrirsi per grandi
Dalle grotte, e il vento potrebbe
Dall’altro sale gli occhi arrossare...
 
Potresti la chiglia sommersa
Dislocarsi udire nel largo,
O un gabbiano irarsi a beccare,
Sfuggita la preda, lo specchio...
 
Del grano di notti e di giorni
Ricolme mostrasti le mani,
Degli avi tirreni delfini
Dipinti vedesti a segreti
Muri navi, vivi volare,
E terra sei ancora di ceneri
D’inventori senza riposo.
 
Cauto ripotrebbe assopenti farfalle
Stormire agli ulivi da un attimo all’altro
Destare,
Veglie inspirate resterai di estinti,
Insonni interventi di assenti,
La forza di ceneri &endash; ombre
Nel ratto oscillamento degli argenti.
 
Il vento continui a scrosciare,
Da palme ad abeti lo strepito
Per sempre desoli, silente
Il grido dei morti e più forte.

1942-1946

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