Francesco Villella

Le lenzuola bianche

 
 
E’ notte. Tutto posa dentro a delle lenzuola bianche,
pregne di odori e di umori che svaniscono durante i silenzi della notte,
una notte compassata, agitata, senza sonno.
E’ la notte che tutto dimentica, ma che tutto non cancella.
E quelle lenzuola bianche trascinano il peso greve dei pensieri,
pesanti e distanti.
Sotto quelle lenzuola c’è un uomo. Un uomo morente.
Che chiede grazia alla vita, che chiede il conto al destino
Oltre al suo corpo rattrappito, sotto quelle lenzuola si cela anche la sua malinconia, soporifera, mesta..
Quell’uomo chiede perdono, ma nessuno gli risponde
Quell’uomo chiede il conto alla sua vita,
ed ecco che, a uno a uno,
tutti i creditori si presentano in fila indiana
Ognuno fa il suo prezzo,
e i prezzi si sa, lievitano senza guardar in faccia nessuno.
Lui non ha più la possibilità di saldarne nemmeno uno
È cosciente di essere stato un uomo.
Debole, ferito ma non ancora domo.
Alla fine di quella notte, l’uomo torna a vedere l’alba.
Si sveglia sotto quelle lenzuola bianche. Si alza.
Odora il profumo inondato dal sonno
e decide che ha già pagato abbastanza
l’enorme costo dei suoi umani errori.
Niente è cosi fatale come la morte che non arriva.
La sua vita, sotto quelle lenzuola, ha urlato il dolore
per una morte fasulla.
Quell’uomo ha imparato che la notte e il buio
sono solo dei brutti sogni
che avvengono soltanto
perché dormiamo spesso sotto delle lenzuola sporche.

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