Cruscotto sporco
di polvere accumulata,
anima deteriorata,
opaca nebulosa
nel tempo della fuga
dal mio fallimento.
Immagine decadente
della mia vita perduta,
sprecata.
Tardi, senza dubbio,
imploro il tuo perdono:
per non sapere amare,
amarti,
per non volere,
per non voler volerti,
per non lasciarmi amare,
per non voler sentire,
per sentire qualcosa di più
di ciò che sentono gli altri.
Per non sapere dire
ciò che è così semplice,
ciò che si prova.
Per la fuga costante,
per non guardare indietro,
per non fermarmi,
fermarmi.
Per non voltarmi e abbracciarti,
per non baciarti senza dire nulla,
per non chiedere perdono,
per non volerlo.
Perdono.
Mi dispiace, Julia...