elisa

2 sigarette

Ieri ho fumato la mia prima sigaretta. Non ne sono orgogliosa, ma neanche pentita. Sapevo mi avrebbe tranquillizzato. Sono quasi convinta sia dovuto all’inspirare il fumo: ti forza a rallentare il respiro. Perché l’ho fatto?
Perché stavo male.
Ti capita mai di sentirti intrappolato nella tua testa e non riuscire ad uscirci?
Di farti prendere dal panico perché vorresti sentirti come tutti gli altri? Eppure sembra che gli altri non lo vedano. Non vedono che ti senti soffocare, che ti senti rinchiuso, che non riesci ad uscire, che ti continui a ripetere che è solo nella tua testa, ti continui a ripetere di lasciarti andare, di divertirti che non ti giudica nessuno. I pensieri vagano e ti congeli, hai paura di rimanere bloccato così per sempre; sale l’ansia e ti chiedi il perché. Perché sei a disagio?
Vedo gli altri ballare e cantare. Sono un tutt’uno. O almeno a me così pare. E’ come se ci fosse un membrana tra il mio e il loro corpo che non riesco a permeare. Voglio essere parte del tutto, ma, intrappolata nel mio guscio, non trovo il modo per uscire.
Più passa il tempo, più le mie opzioni sembrano limitate. Così bevo. Anche se so che non sempre va bene. E così è stato ieri: panico, ansia, paura, immobile, senza controllo.
Ieri sera però è successo qualcosa di diverso, ho voluto prendere la mia testa per i capelli e urlarle di farmi uscire. Le ho fatto male, il mio corpo me lo ha dimostrato oggi. Eppure sono riuscita a convincerla. Grazie a due sigarette.

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