#ScrittoriItaliani
Sordo per il gran vento che nel castello vola e grida è divenuto il cane. Sopra gli spalti – in lago protesi – corre,
Vorrei che la mia anima ti fosse leggera come le estreme foglie dei pioppi, che s’accendono di sol… in cima ai tronchi fasciati
Ho tanta fede in te. Mi sembra che saprei aspettare la tua voce in silenzio, per secoli di oscurità. Tu sai tutti i segreti,
Oh, tu bene mi pesi l’anima, poesia: tu sai se io manco e mi perdo, tu che allora ti neghi e taci.
Sorelle, a voi non dispiace ch’io segua anche stasera la vostra via? Così dolce è passare senza parole
Così lieve è il tuo passo, fanciul… che quasi non t’odo, dietro me, sul sentiero. E così pura è l’ora, così puro il lume delle grandi stelle
Abbandonati in braccio al buio monti m’insegnate l’attesa: all’alba – chiese diverranno i miei boschi.
Chi ti dice bontà della mia montagna?— così bianca sui boschi già biondi
Quando dal mio buio traboccherai di schianto in una cascata di sangue— navigherò con una rossa vela
O lasciate lasciate che io sia una cosa di nessuno per queste vecchie strade in cui la sera affonda – O lasciate lasciate ch’io mi perda
Fiamme nella sera del mio nome sento ardere in riva a un mare oscuro— e lungo i porti divampare roghi di vecchie cose,
Occupano come immense donne la sera: sul petto raccolte le mani di piet… fissan sbocchi di strade, tacendo l’infinita speranza di un ritorno.
Ritorno per la strada consueta, alla solita ora, sotto un cielo invernale senza ron… un cielo d’oro ancora senza stelle… Grava sopra le palpebre l’ombra
Chi mi parla non sa che io ho vissuto un’altra vita – come chi dica una fiaba o una parabola santa.
Trine di betulla nella valle i pensieri— ma ieri quando soli erravamo