#ScrittoriItaliani #ScrittriciDonne
Sento l’antico spasimo —è la terra che sotto coperte di gelo solleva le sue braccia nere - e ho paura
Sordo per il gran vento che nel castello vola e grida è divenuto il cane. Sopra gli spalti – in lago protesi – corre,
Parole – vetri che infedelmente rispecchiate il mio cielo - di voi pensai dopo il tramonto
La mia vita era come una cascata inarcata nel vuoto; la mia vita era tutta incoronata di schiumate e di spruzzi. Gridava la follia d’inabissarsi
Forse non è nemmeno vero quel che a volte ti senti urlare i… che questa vita è, dentro il tuo essere, un nulla
Questo non è esser morti, questo è tornare al paese, alla culla: chiaro è il giorno come il sorriso di una madre
Ricordo un pomeriggio di settembre… sul Montello. Io, ancora una bamb… col trecciolino smilzo ed un pruri… di pazze corse su per le ginocchia… Mio padre, rannicchiato dentro un…
Così lieve è il tuo passo, fanciul… che quasi non t’odo, dietro me, sul sentiero. E così pura è l’ora, così puro il lume delle grandi stelle
Gioia di cantare come te, torrente… gioia di ridere sentendo nella bocca i denti bianchi come il tuo greto; gioia d’essere nata
Occupano come immense donne la sera: sul petto raccolte le mani di piet… fissan sbocchi di strade, tacendo l’infinita speranza di un ritorno.
A notte un lento giro d’ombre rosse alle pareti avviava i treni: tonfi cupi d’agganci al sonno si frangevano.
Accoccolato tra le pervinche sfuggi la furia ansante dei cavalli e l’urlo dei cani al sole.
Pesano fra noi due troppe parole non dette e la fame non appagata, gli urli dei bimbi non placati, il petto delle mamme tisiche
Domandavo a occhi chiusi –che cosa sarà domani la Pupa? – Così ti facevo ridire in un sorriso le dolci parole
E poi – se accadrà ch’io me ne vad… resterà qualchecosa di me nel mio mondo— resterà un’esile scìa di silenzio