Sola
nella notte di rovina e di spavento
restavi tu
Maria—
incolume nell’abside
della tua cattedrale—
curva sul crollo orrendo
con il figlio ravvolto
nel tuo manto celeste—
Sopra il lamento
dei non uccisi—
sopra il fumo e la polvere
delle case degli uomini distrutte—
sopra il muglio del mare—
sognavi tu
un’altra dolce casa
vegliata
da un’altra azzurra Maria
in riva a un altro mare
dormente
tra le isole erbose—
La chiesa di Torcello sognavi
e l’oro pallido dei tramonti
sulla laguna
e la tranquilla via delle barche
nelle sere serene.
Di quell’oro nutrivi tu –
di quel sereno
Maria
nella spaventevole notte
la solitudine tua
materna
e più fulgente il tuo serto di stelle
più turchino il tuo manto
più soave il tuo figlio
levavi
dal fondo della chiesa crollata
sulle madri dei morti—