Andrea Ravazzini

Di un muto porto silente il sonno del cuore

In una fosca
penombra,
adagiate
le stelle
su un lembo
di soffice terra,
rimembro
il soffio
di un canto
che un vento
lontano
nei pressi
di un cuore
disperso
ha portato.
 
Le ore vetuste
lievi
cadono
ammantando
di candida neve
il rivolo leggero
degli attimi
incolti.
 
Langue
una sparsa
rugiada
negli occhi
tersi
di un cielo
fermo.
 
Ritrovo
la notte
tra i grani
sottili
del mare.
 
Ritrovo
il perdono
disteso
sulle assi
di un tiepido
molo che
nel muto
porto
silente
sonnecchia.

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