Alda Merini

Luce

Chi ti scriverà, luce divina
che procedi immutata ed immutabile
dal mio sguardo redento?
Io no: perché l’essenza del possesso
di te è “segreto” eterno e inafferrabile;
io no perché col solo nominarti
ti nego e ti smarrisco;
tu, strana verità che mi richiami
il vagheggiato tono del mio essere.
 
Beata somiglianza,
beatissimo insistere sul giuoco
semplice e affascinante e misterioso
 
d’essere in due e diverse eppure
 
tanto somiglianti; ma in questo
è la chiave incredibile e fatale
del nostro “poter essere” e la mente
che ti raggiunge ove si domandasse
 
perché non ti rapisce all’Universo
 
per innalzare meglio il proprio corpo,
 
immantinente ti dissolverebbe.
 
Si ripete per me l’antica fiaba
d’Amore e Psiche in questo possederci
in modo tanto tenebrosamente
luminoso, ma, Dea,
non si sa mai che io levi nella notte
della mia vita la lanterna vile
per misurarti coi presentimenti
emananti dei fiori e da ogni grazia.

#ScrittoriItaliani (22 1949 Orfeo”) Presenza da di dicembre – “La

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