Fra l’alte rive, irrefrenata e cieca,
Va l’onda, e piange.—Il plumbeo cielo ascolta.
Non ha sorrisi la quieta vôlta.
Non l’aura un soffio ne la notte bieca.
Va l’onda, e piange. E nel suo grembo porta
E via trascina con mestizia greve
Il giovin corpo inanimato e lieve
D’una leggiadra suicida smorta.
Va l’onda, e piange.—In quel lamento accolto
È l’eco d’un mister torbido e strano;
Da quel pianto s’eleva il grido umano
D’un disperato amor vinto e travolto.