Torquato Tasso

Disdegno e gelosia

Disdegno e gelosia,
    Vostri custodi, donna, e miei nemici,
    Fan gli occhi miei famelici e mendici.
    Ed insieme col raggio
    De’ bei vostr’occhi i bei cortesi detti
    Pien di spirti e d’affetti
    Mi toglie de’ duo dardi il doppio oltraggio:
    Ond’io, lasso, d’intorno
    A le guardate mura
    Erro la notte solitario e il giorno,
    Qual cacciator ch’insidi
    D’errante fera i boscherecci nidi.
    Ma non vuol mia ventura
    Ch’involi senza pena; onde divegno
    Preda di predator, d’arciero il segno.

Dice che disdegno e gelosia gli tolgono la vista de la sua donna.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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