Maria Scerrato

Mare

Fondale
Grandi anemoni subacquei appaiono nel profondo
Allungano verso di noi le lingue colorate,
ci lambiscono la bocca,
per succhiare il respiro
e ammutolire l’anima.
Come le stelle marine,
astri di un cielo capovolto,
ci amputiamo le braccia per riprodurci.
Rigenerazione echinodermica
è il segreto della vita.
 
 
 
Marina
La luce delle lampare ci sorprende
mentre andiamo a caccia di patelle.
Sono laggiù, scoperte
dall’acqua retratta delle maree,
mentre succhiano
la vita dallo scoglio.
Per prenderle posiamo il piede
tra i ciottoli aguzzi
e ci feriamo le mani pur di trovare
il murice spinoso.
La porpora stilla
dal suo intimo.
 
Spiaggia
Scrutiamo i segreti nascosti
nelle conchiglie,
e riconosciamo annusandolo
l’odore uterino del mare.
Teniamo le bivalvi accostate all’orecchio
per sentire refoli di vento,
vibrazioni di pensiero,
che forse sono onde.
Il fruscio della risacca
è canto di solitudine.
 
 
Sogno
Annientati dall’ umore nostalgico
di un bigio cielo metropolitano
alziamo lo sguardo all’orizzonte.
Vitale ci appare
un galoppo di cavallucci marini
con cui fuggire
verso il mare aperto.
 
da Sassi, corolle e mutevoli colori, Premio Hombres 2022

NOta di Massimiliano Pecora alla raccolta Sassi, corolle e mutevoli colori "Nonostanteinformati da assunti diversi, La Scimmia nuda di Desmond Morrise i bellissimi volumi del Gesto e la parola di André Leroi-Gourhan, quasi nello stesso torno di anni, hanno insistito su un concetto importante: la fitness inclusiva della filogenesi umana. La nostra antropologia è complessa e, memore di questo, il poeta che si cimenta con questa disciplina porta con sé ripensamenti ed esitazioni, specie quando lega le sue analisi non solo al comportamento degli uomini ma anche alla storia della loro evoluzione pedagogica. Queste ricerche conducono sempre a un dubbio iniziale: perché adoperiamo le parole se poi vogliamo ritornare a quell’aurorale momento in cui le cose intorno a noi si definivano nella loro primitiva e veritiera essenza? Per un’altra via rispetto all’adamismo di Dante o di Pascoli, molti poeti contemporanei hanno ritentato questa indagine, perseguendo tutte le strategie della lingua, compresa quella del silenzio. Sia sufficiente osservare che nel dormiveglia molti di noi indulgono sul fatto che le cose parlano, rivelano, evocano la loro presenza fino a corrompere il nostro destino. In fondo «Come le stelle marine, / astri di un cielo capovolto, / ci amputiamo le braccia per riprodurci. / Rigenerazione echinodermica / è il segreto della vita», dice il nostro autore, teso a dimostrarci quanto tutto oscilli tra il piano della significazione e il silenzio della natura multiforme e policroma. Per l’interessante connubio tra i sensi, il gesto e le costruzioni biologiche che sembrano inverarli, per l’estrema cura nelle soluzioni paronomastiche, per la rivisitazione razionale di un panismo figurativo e ancestrale (si pensi a «l’odore uterino del mare») la menzione di merito e il quarto posto nella sezione dedicata alla raccolta lirica della XXXI edizione del Premio internazionale di letteratura Città di Pomezia vanno a Maria Scerrato, autrice di Sassi, corolle e mutevoli colori."

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