Il nostro sapientissimo Padrone
Con venerato motuproprio impone,
Che da oggi in avanti ogn’impiegato,
Per il ben dello Stato,
(Per dir come si dice) ari diritto;
E in caso d’imperizia o di delitto,
Lo vuol punito scrupolosamente
Colla legge seguente.
Se un real Segretario o Cameriere
Tagliato, puta il caso, a barattiere,
Ficca, a furia di brighe, in tutti i buchi
Un popolo di ciuchi;
Se un Cancellier devoto della zecca
Sulle volture o sul catasto lecca,
E attacca una tal qual voracità
Alla Comunità;
Se a caso un Ispettor di polizia
Sganascia o tiene il sacco, o se la spia
Inventa, per non perder la pensione,
Una rivoluzione:
Son piccoli trascorsi perdonabili,
Dall’umana natura inseparabili.
Nè sopra questi allungherà la mano
Il benigno Sovrano.
Ma nel delitto poi di peculato,
Posto il vuoto di cassa a sindacato,
Chi avrà rubato tanto da campare,
Sia lasciato svignare.
Chi avrà rubato poco, si perdoni,
E tanto più se porta testimoni
D’essersi a questi termini ridotto
Per il giuoco del Lotto.
Se un real Ingegnere o un Architetto
Ci munge fino all’ultimo sacchetto,
Per rimediare a questa bagattella
Si cresca una gabella.
Se saremo costretti a trapiantare
Un Vicario bestiale o atrabiliare,
Tanto per dargli un saggio di rigore
Sarà fatto Auditore.
Se un Consiglier civile o criminale
Sbadiglierà sedendo in tribunale,
Visto che lo sbadiglio è contagioso,
Si condanni al riposo.
Se poi barella, o spinge la bilancia
A traboccar dal lato della mancia,
Gl’infliggeremo in riga di galera
Congedo e paga intera.
Se un Ministro riesce un po’ animale,
Siccome bazzicava il Principale,
Titolo avrà di Consigliere emerito
E la croce del merito.