Giovanni Maroni

—ERO INDAFFARATO NELLO RISCOPRIRTI—

Stavo già per andarmene via
e con la verità del mio passo indaffarato
tutto lo scenario rapidamente si assottiglia
perdendo forma e colore, lentamente,
cangiando in un indefinito passato.
Indaffarato, sempre e soltanto per nascondermi,
celandomi dolosamente nell’ Anfiteatro della mia coscienza.
Ho così tanta paura di tornare a essere spensierato,
che mi rivolgo al Futuro
come se il fantasma di me stesso si sovrapponesse alle mie sensibilità.
Poi all’ improvviso un fotogramma risorge a colori
circoscrivendo la mia calma assopita, scordata e forestiera.
Dentro quel monotono grigiore di un Passato ormai sicuro,
risplende la serenità coraggiosa
di una Donna col capo piegato in una profonda lettura.
Aveva un taglio di capelli che le facevano spiccare le spalle magre
dritte e forti,
come tu non avresti mai portato.
Indossava un Tailleur blu opaco,
adatto sia al giorno che alla sera,
rendendola indecisamente opportuna,
mentre tu invece allegramente portavi un vestito diverso ogni volta che ti spazzolavi i capelli.
Era risoluta e concentrata
così da non accorgersi
che me ne stavo lì
di fronte a lei
alla maniera di una figura marmorea
mentre dentro mi agitavo
come non posso più ricordare.
Aveva tuttora le palpebre abbassate
e chiuse a conservare un’ ermetica coscienza.
Nonostante apparisse così diversa e lontana da tutte le altre Te,
io venivo magneticamente attratto
dalla forma di quella figura che osservavo come sognando un fotogramma a colori
perso in un registro di grigi.
Ero deciso e certo che quella Serenità coraggiosa,
che mi si apriva davanti,
mi fosse chiaramente familiare.
Nessuna mai la sapeva vestire con così tanta Grazia
allorché mi decisi,
dando le spalle a tutto il resto,
di chiamare il tuo nome
che distintamente risuonò
ridonando prontamente colore a tutto campo.
E finalmente quelle palpebre sicure si aprirono dinanzi a me.
E tutto esplose subito. Sei davvero Tu.
E dopo pochi attimi
la sveglia mi riprese.

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