Ho scritto una lettera di notte
di nascosto dal mio cuore,
non vorrebbe le parole
uscire furtive dai segreti spazi,
dove dormono inquiete
sonni segreti.
Ho scritto di notte per lasciarle scappare,
urlare alla gente il mio silenzio
nascosto,
spiegare a chi il cuore
sente battere senza timore
che ogni colpo rimbomba per chi
le viole tardive
di un amore dolente
germogliare ha fatto con un colpo di sole.
Lascio che viaggino sole e un po’ stanche
come gatti sui tetti, ombre fluttuanti,
per liberare già me dai più taciuti dolori
che dividono il cuore
in frammenti scheggiati:
possiate, Parole, saldare le parti,
riordinare i pensieri di una testa straziata
dal danno di Amore
che pietà non trasporta.
Salvatemi, dunque, da ciò che mi opprime
come un mattino sì pallido scioglie la neve.
Liberate il cammino alla primula pianta
che debole annaspa in un mare di neve,
scavate per lei,
lasciatela uscire:
e che sia Primavera
e che sboccino i fiori
e che il bucaneve lui primo
ci dica la via, del tiepido maggio
in cui allora fui mia.