Si spengon gli uccelli come dischi finiti, richiami tardivi di debole nido, che al Sole, di fretta,
Folli le tempeste agitano l’acque, scosse già di un cuore, sepolto dentro al petto scarno, roccia da di fuori,
Lucido l’occhio dalle poche Lune scava il volto della prima donna. Piccole dita
A volte più lunga, a volte più corta, a volte sparisce col sonno del Sole. T’accompagna per strada,
Oh, letale Silenzio d’infinita dolcezza, di notte regali, tra i respiri profondi, il brivido immenso
Ho scritto una lettera di notte di nascosto dal mio cuore, non vorrebbe le parole uscire furtive dai segreti spazi, dove dormono inquiete