Scoppia la tempesta
masse d’acqua
come cavalli furibondi
scuotono l’universo
la fanciulla
di carne invisibile
come la natura
si agita senza pudore
fino a far perdere i sensi
i poteri del mondo
allargano la loro
macchia nera
invitando sciamani
per tracciare
irrilevanti confini
con colori primari
che preannunciano
il boia
si alzano gli argini
delle colpe
l’aritmetica qualitativa
della paura
sgorga fra rododendri e camelie
ed ognuno
sceglie il suo profumo
ritualmente a ore precise
le reti globali
fanno la conta dei morti
si stimano i danni
che inesorabilmente
saranno le nuove catene
per gli abitatori del mondo