Sento l’antico spasimo
—è la terra
che sotto coperte di gelo
solleva le sue braccia nere -
e ho paura
dei tuoi passi fangosi, cara vita,
che mi cammini a fianco, mi conduci
vicino a vecchi dai lunghi mantelli,
a ragazzi
veloci in groppa a opache biciclette,
a donne,
che nello scialle si premono i seni -
E già sentiamo
a bordo di betulle spaesate
il fumo dei comignoli morire
roseo sui pantani.
Nel tramonto le fabbriche incendiate
ululano per il cupo avvio dei treni...
Ma pezzo muto di carne io ti seguo
e ho paura -
pezzo di carne che la primavera
percorre con ridenti dolori.