Nenè

Il sogno

Ramingo per lidi evanescenti,
andavo, intriso di libertà scadenti
presso uno sciabordio di vetro,
fuggendo dai cementi informi
nel meriggio d’un dì mortuario.
Innanzi era il tutto, il nulla dietro.
Ancora avevo meraviglia degli stormi,
candide ombre nell’etra sterminato.
Avesse questo non vivere potuto
Indenne sopravvivere alla vita!
Per troppo poco m’hai posseduto
il cuore, mia mai, felicità smarrita!

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