non che di mia quando vuoto solo solitudine sole fare punto vento vedi finalmente mio arriverà nessuno stringo io senza è sensibilità morte manca senti perso hai faro mare travolge capisci sei terra luna luce buio vorrei vomitare forse sentirei libera sarebbe meno fragilità tacerebbe fatemi male così vomito alba conoscerò capirò sono nave distrutta svuotata questo mondo tante zattere vuote perse fa salire sè voglio mano amore da qua ora sereno case piene dentro individualista hanno chiamata preferisco chiamarlo recesso sensoriale distacco reale delle persone sentono motivo apparente depressione ci lasciato eredità novecento vita insoddisfazione incompletezza generazione precaria balia qualcosa cosa sia mentre cammino nel chiarore questa serata depressa penso dirti perché aspetto semmai tornerai dispiace