M’apre talor madonna il suo celeste
Riso fra perle e bei rubini ardenti,
E l’orecchio inchinando a’ miei lamenti
Di vago affetto il ciglio adorna e veste;
Ma non avvien però ch’in lei si deste
Alcun breve dolor de’ miei tormenti,
Anzi la cetra e i miei non rozzi accenti,
E me disprezza e le mie voglie oneste.
Né pietà vera ne’ begli occhi accoglie
Ma crudeltà, ch’in tal sembianza or mostri,
Perché l’alma ingannata arda e consumi.
Specchi del cor, fallaci infidi lumi,
Ben conosciamo in voi gl’inganni vostri;
Ma che pro, se schifarli Amor ci toglie?