Quando sei qui con me, sento il cuore tremare.
Quando sei con me, niente più, niente al mondo mi fa sentire così fiorente ed esuberante.

In te trovo ciò che in nessun altro ho mai trovato; diffondi così tanta luce che in un istante tutto sparisce.

Mi trovo in un paradiso. Il cielo è quasi fiabesco: spiccano colori che non avevo mai visto, l’aria è addirittura così chiara e pulita che improvvisamente mi viene da piangere.
Tocco. E’ vero. Esiste veramente.

Un luogo incantevole. Infatti a me è suscitato un sentimento che non conosco. Tremo dal nulla. E’ chiaro che neanche voi lo conoscete.

Mi stringi. Trattengo il fiato e nel frattempo sento la tua carezza delicata. Tremo.
Io sommessa alle tue dita, tremo. E non me ne rendo conto. Mi arrendo alle tue mani.

Platone parla di questi pensieri diversi ma generati da un’unica idea. Infatti secondo Lui, l’idea è misura di tutte le cose.
E per questo vi introduco ciò che io non conosco e neanche voi conoscete. E’ quello spazio vuoto che aspetta il vostro ritorno, e quando siete all’interno, bruscamente esplode un vento.
Non vi avvicinate troppo al cielo, anche se pare affascinante, nasconde tutto ciò che l’uomo ordinario non è destinato a vedere.
Io ho commesso quel peccato.
Non stravolgete l’interpretazione che io soggettivamente intendo rappresentare; niente al mondo ha un principio, non mi paragonate a uno che tratta di arché e sorgenti. Neanche a uno che crede agli immateriali.
I sogni sono la mia realtà.