O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne e i simulacri e l’erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond’eran ca…
Perchè le nostre genti Pace sotto le bianche ali raccolga, Non fien da’ lacci sciolte Dell’antico sopor l’itale menti S’ai patrii esempi della prisca etade
Italo ardito, a che giammai non posi Di svegliar dalle tombe I nostri padri? ed a parlar gli meni A questo secol morto, al quale incombe Tanta nebbia di tedio? E come or vieni
Poi che del patrio nido I silenzi lasciando, e le beate Larve e l’antico error, celeste dono, Ch’abbella agli occhi tuoi quest’ermo li… Te nella polve della vita e il suono
Di gloria il viso e la gioconda voce Garzon bennato, apprendi, E quanto al femminile ozio sovrasti La sudata virtude. Attendi attendi, Magnanimo campion (s’alla veloce
Poi che divelta, nella tracia polve Giacque ruina immensa L’italica virtute, onde alle valli D’Esperia verde, e al tiberino lido, Il calpestio de’ barbari cavalli
Perchè i celesti danni ristori il sole, e perchè l’aure inferme Zefiro avvivi, onde fugata e sparta Delle nubi la grave ombra s’avvalla; Credano il petto inerme
E voi de’ figli dolorosi il canto, Voi dell’umana prole incliti padri, Lodando ridirà; molto all’eterno Degli astri agitator più cari, e molto Di noi men lacrimabili nell’alma
Placida notte, e verecondo raggio Della cadente luna; e tu che spunti Fra la tacita selva in su la rupe, Nunzio del giorno; oh dilettose e care Mentre ignote mi fur l’erinni e il fato,
Tornami a mente il dì che la battaglia D’amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia! Che gli occhi al suol tuttora intenti e… Io mirava colei ch’a questo core
D’in su la vetta della torre antica, Passero solitario, alla campagna Cantando vai finché non more il giorno; Ed erra l’armonia per questa valle. Primavera dintorno
Sempre caro mi fu quest’ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani
Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli or… Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna. O donna mia, Già tace ogni sentiero, e pei balconi
O graziosa luna, io mi rammento Che, or volge l’anno, sovra questo colle Io venia pien d’angoscia a rimirarti: E tu pendevi allor su quella selva Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Era il mattino, e tra le chiuse imposte Per lo balcone insinuava il sole Nella mia cieca stanza il primo albore; Quando in sul tempo che più leve il sonn… E più soave le pupille adombra,
La mattutina pioggia, allor che l’ale Battendo esulta nella chiusa stanza La gallinella, ed al balcon s’affaccia L’abitator de’ campi, e il Sol che nasc… I suoi tremuli rai fra le cadenti
Resso alla fin di sua dimora in terra, Giacea Consalvo; disdegnoso un tempo Del suo destino; or già non più, che a m… Il quinto lustro, gli pendea sul capo Il sospirato obblio. Qual da gran tempo…
Cara beltà che amore Lunge m’inspiri o nascondendo il viso, Fuor se nel sonno il core Ombra diva mi scuoti, O ne’ campi ove splenda
Questo affannoso e travagliato sonno Che noi vita nomiam, come sopporti, Pepoli mio? di che speranze il core Vai sostentando? in che pensieri, in qua… O gioconde o moleste opre dispensi
Credei ch’al tutto fossero In me, sul fior degli anni, Mancati i dolci affanni Della mia prima età: I dolci affanni, i teneri
Silvia, rimembri ancora Quel tempo della tua vita mortale, Quando beltà splendea Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, E tu, lieta e pensosa, il limitare
Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea Tornare ancor per uso a contemplarvi Sul paterno giardino scintillanti, E ragionar con voi dalle finestre Di questo albergo ove abitai fanciullo,
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fa… Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga
Passata è la tempesta: Odo augelli far festa, e la gallina, Tornata in su la via, Che ripete il suo verso. Ecco il sereno Rompe là da ponente, alla montagna;
La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole, Col suo fascio dell’erba; e reca in mano Un mazzolin di rose e di viole, Onde, siccome suole,
Dolcissimo, possente Dominator di mia profonda mente; Terribile, ma caro Dono del ciel; consorte Ai lúgubri miei giorni,
Fratelli, a un tempo stesso, Amore e Mo… Ingenerò la sorte. Cose quaggiù sì belle Altre il mondo non ha, non han le stelle… Nasce dall’uno il bene,
Or poserai per sempre, Stanco mio cor. Perì l’inganno estremo, Ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento… In noi di cari inganni, Non che la speme, il desiderio è spento.
Torna dinanzi al mio pensier talora Il tuo sembiante, Aspasia. O fuggitivo Per abitati lochi a me lampeggia In altri volti; o per deserti campi, Al dì sereno, alle tacenti stelle,
Dove vai? chi ti chiama Lunge dai cari tuoi, Bellissima donzella? Sola, peregrinando, il patrio tetto Sì per tempo abbandoni? a queste soglie
Tal fosti: or qui sotterra Polve e scheletro sei. Su l’ossa e il f… Immobilmente collocato invano, Muto, mirando dell’etadi il volo, Sta, di memoria solo
Errai, candido Gino; assai gran tempo, E di gran lunga errai. Misera e vana Stimai la vita, e sovra l’altre insulsa La stagion ch’or si volge. Intolleranda Parve, e fu, la mia lingua alla beata
Quale in notte solinga, Sovra campagne inargentate ed acque, Là ‘ve zefiro aleggia, E mille vaghi aspetti E ingannevoli obbietti
Qui su l’arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo, la qual null’altro allegra arbor nè fior… tuoi cespi solitari intorno spargi,
Lungi dal proprio ramo, Povera foglia frale, Dove vai tu? – Dal faggio Là dov’io nacqui, mi divise il vento. Esso, tornando, a volo
Quando fanciullo io venni A pormi con le Muse in disciplina, L’una di quelle mi pigliò per mano; E poi tutto quel giorno La mi condusse intorno
center ALCETA Odi, Melisso: io vo’ contarti un sogno Di questa notte, che mi torna a mente In riveder la luna. Io me ne stava
Io qui vagando al limitare intorno, Invan la pioggia invoco e la tempesta, Acciò che la ritenga al mio soggiorno. Pure il vento muggia nella foresta, E muggia tra le nubi il tuono errante,
Spento il diurno raggio in occidente, E queto il fumo delle ville, e queta De’ cani era la voce e della gente; Quand’ella, volta all’amorosa meta, Si ritrovò nel mezzo ad una landa
Ogni mondano evento È di Giove in poter, di Giove, o figlio… Che giusta suo talento Ogni cosa dispone. Ma di lunga stagione
Umana cosa picciol tempo dura, E certissimo detto Disse il veglio di Chio, Conforme ebber natura Le foglie e l’uman seme.