Triton and Nereid, by Arnold Böcklin
Gabriele D'Annunzio

Il Tritone

IL Tritone squammoso mi fu mastro.
S’accoscia su la sabbia ove la schiuma
bulica; e al sole la sua squamma fuma.
Giùngogli ov’è tra il pesce e il dio l’incastro.
 
Ha il gran torace azzurro come il glastro
ma l’argento sul dorso gli s’alluma.
Sceglie tra l’alghe la più verde, e ruma;
e gli cola il rigurgito salmastro.
 
Con la vasta sua man palmata afferra
la sua conca, v’insuffla ogni sua possa,
gonfio il collo le gote gli occhi istrambi.
 
Va il rimbombo pel mare e per la terra.
L’Alpe di Luni cròllasi percossa.
Bàlzano nel mio petto i ditirambi.
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