Francesco Villella

Era autunno approssimativamente

 
Era autunno approssimativamente
Era appena diciottenne
sembrava ancora un bambino
Sbarbato, candido
ma era già forte come un uomo
Era autunno approssimativamente
e lei contava di vederlo
finalmente
In quelle notti d’autunno
lei metteva ordine fra i suoi capelli
da donna adultera
qual era
Capelli neri come i suoi occhi
e come il buio che colorava la sua anima
ma ciò la rendeva felice
distogliendola dalle incombenze quotidiane
S’incontrarono. Finalmente.
In un pomeriggio piovoso.
Lui si avvicinò
l’aver appena compiuto diciotto anni
era il miglior argomento
di cui argomentare
Non parlò mai d’amore
pensava che le parole d’amore
fossero ridicole
e inducessero al solo pianto
Le disse “ Ti invidio”
dal baldacchino di un letto consumato
e mentre lui si rivestiva
lei ritornava a porgere i saluti
alla solitudine, amica sua
Avrebbe voluto trattenerlo
ma lo lasciò partire
senza un gesto, una smorfia
Le disse:" Non sei così male”
con il candore infernale
della sua giovinezza
Era appena diciottenne
avrebbe voluto trattenerlo
invece lo lasciò partire
senza alcun gesto
o innocuo pretesto
Aveva appena compiuto diciotto anni
E lei un gesto che non avrebbe mai più fatto
nel corso di quei suoi ruvidi anni
fatti di amori rubati e malattia.

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