Elio Pagliarani

Rudi e Aldo l’estate del ’49 fecero lo stesso
mestiere l’animatore
di balli sull’Adriatico, Aldo in un Grand Hotel
rifatto a mezzo e già sull’orlo
del fallimento, che fallì in agosto sul più bello, lui
forse non sa nemmeno ballare
aveva successo il locale di fronte al suo, Miramare.
Rudi su un’altra spiaggia popolare
dà inizio alla ballata.
È bello? Può essere bello in
Romagna chi bacia la mano
l’anno dopo del ’48, attacca bottone con gli
ambulanti di bomboloni e
gli intellettuali indigeni meno indigenti, non lascia
senza sorriso carezza o pacca ogni ragazza per strada
conforme ai gusti di quella? È bello
come un uomo sobrio, di modo che quando per la
Festa dei pazzi si traveste da donna
non lo prendono per pederasta ma lo sfottono con
più gusto.
È servizievole: porta pacchetti a tutte le capitane,
ci gioca coi loro bimbi
approva i primi discorsi di Borsa dei padri. Ama
con tatto organizza “Una notte a Capri” le figlie
del macellaio
vennero con quattro corvi. Care ragazze, me le
ricordo nel ‘46
chiedersi al Teatro del Popolo se Emanuele Kant
era più Cristo di Cristo.
Il miliardario polveriere
grugnisce di piacere, Aldo applaude sapendo
che non gli tocca niente.

da LA BALLATA DI RUDI

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