Andrea Ravazzini

Tra i rami inermi del mio nudo perdono

Nel lontano
scrosciare
sottile
di un tempo
celato
al gelo
di notte
ricerca
invano
lo sguardo
una veduta
lieve
tra vaghi
sussurri
che luce
dispersa
appena
lambisca
e al cuore
bisbigli
con candidi
occhi
di un fuoco
d’amore.
 
Disteso
il silenzio
tra i rintocchi
appassiti
che ammantano
i ruderi
di una sola
cattedrale.
 
Una pioggia
sfocata
sussulta
e si accascia
tra i rami
inermi
del mio nudo
perdono.

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