Nicoletta

FALSO DIO

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Che il bagliore della luna piena possa accecarti ogni qualvolta mi cercherai.
Che la pioggia possa lavarti via il mio profumo,
così come me disperata
annuserai la gente per trovarlo ancora.
Non è un sortilegio
è una condanna,
e come chi rendeva pietra per punire,
io lancio le mie lacrime come fossero magie,
sperando di colpirti dritto al cuore
e farti sentire il mio tormento.
Di te questo amavo e odiavo al contempo come il poeta greco: il culto che esisteva dietro alle tue parole.
La fede con cui ciecamente credevo, senza ipotesi e margine di menzogna,
senza possibilità di dimissione.
E come un cieco ho compiuto il rito,
pronunciando preghiere,
amarti come religione.
E come un falso dio hai tradito la mia devozione,
hai scagliato la sentenza e hai rivolto il tuo disegno altrove;
ed io sciocca che pendevo dal tuo tacere
ho oltrepassato la mia natura per esserti leale.
E adesso smarrita dove dovrei andare?
Dove dovrei cercare,
la via,
la quiete?
Allora per rabbia o forse per amore ti lascio scritto:
che possa tu fare miliardi di passi e perderti in ognuno di essi,
che possa tu girarti,
e nelle tue orme
vedere me.

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