Benché Fortuna al desir mio rubella
Ognor si mostri e dispietato Amore,
E l’altrui sdegno, donna, e ’l mio dolore
Faccian turbata la mia vita e fella;
Non può sorte crudele o fera stella
Far men costante in adorarvi il core,
Né pur men chiaro il mio soave ardore
Con pianti o con sospiri onda o procella;
Né torcer mai da l’immortale obietto
L’anima innamorata a cui l’affisse
Il suo piacer, né la respinse orgoglio:
Perché vostra sarà, com’ella visse,
Sino a la morte, e per intenso affetto
Volli una volta e disvoler non voglio.