Torquato Tasso

Benché Fortuna al desir mio rubella

Benché Fortuna al desir mio rubella
    Ognor si mostri e dispietato Amore,
    E l’altrui sdegno, donna, e ’l mio dolore
    Faccian turbata la mia vita e fella;
Non può sorte crudele o fera stella
    Far men costante in adorarvi il core,
    Né pur men chiaro il mio soave ardore
    Con pianti o con sospiri onda o procella;
Né torcer mai da l’immortale obietto
    L’anima innamorata a cui l’affisse
    Il suo piacer, né la respinse orgoglio:
Perché vostra sarà, com’ella visse,
    Sino a la morte, e per intenso affetto
    Volli una volta e disvoler non voglio.

Mostra la costanza ne l’amore e la fermezza nel proponimento.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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