Self-Portrait with Lowered Head, by Egon Schiele
Marco Salvato

Un corpo

ispirato da “I sing the electric body”, W.Whitman

Filamenti castani e un po’ di argento,
fronte alta e poco rugosa a volte cupa,
palpebre stanche, ferite in un angolo, scavate,
ciglia, sopracciglia folte, rughe sottili, vene bluastre,
barba spinosa e labbra secche e carnose nel rosa,
incisivi violati e spezzati, macchiati di caffè e zucchero,
pomo di Adamo, trachea, spalle curve sul lavoro,
scoliosi e dolori renali e nel ventre,
petto ampio, macchiato di rubini e nei,
braccia lunghe e nella giuntura destra un taglio,
mani da arpista con calli e una verruca sull’anulare,
inguine tagliato e ricucito due volte,
varicocele sinistro,
gambe adatte alla fuga e alla corsa sull’asfalto,
ginocchia più volte ferite e frantumate,
piedi polverosi e con qualche callo.
 
Non prigione dell’anima ma anima stessa,
fatta di sangue, carne, nervi, muscoli, midollo, sperma, bile.
In ogni sua manifestazione l’espressione di una bellezza,
l’espressione del suo vivere e morire sulla superficie della pelle.
Un solo corpo nelle infinite possibilità dell’incontro.
 
5.07.2023,
Vienna

ispirato da “I sing the electric body”, W.Whtiman

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