Poesie tratte da Dialogo 1966-1968
#ScrittoriItaliani 12 1966 Settembre
Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde Di questa poesia mi resta
Scalza varcando da sabbie lunari, Aurora, amore festoso, d’un’eco Popoli l’esule universo e lasci Nella carne dei giorni, Perenne scia, una piaga velata
E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare
Un’intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca
A solitudine orrendo tu presti Il potere di corse dentro l’Eden, Amata donatrice. Hai visto spegnersi negli occhi miei L’accumularsi di tanti ricordi,
Migliaia d’uomini prima di me, ed anche più di me carichi d’anni, Mortalmene ferì Il lampo d’una bocca. Questo non è motivo
Stella, mia unica stella, Nella povertà della notte, sola, Per me, solo rifulgi, Nella mia solitudine rifulgi; Ma, per me, stella
Il cuore ha prodigato le lucciole s’è acceso e spento di verde in verde ho compitato Colle mie mani plasmo il suolo
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
Scompare a poco a poco, amore, il sole Ora che sopraggiunge lunga sera. Con uguale lentezza dello strazio Farsi lontana vidi la tua luce Per un non breve nostro separarci.
Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata
Dolce declina il sole. Dal giorno si distacca Un cielo troppo chiaro. Dirama solitudine Come da gran distanza
Nude, le braccia di segreti sazie, A nuoto hanno del Lete svolto il fondo, Adagio sciolto le veementi grazie E le stanchezze onde luce fu il mondo. Nulla è muto più della strana strada
Mai, non saprete mai come m’illumina L’ombra che mi si pone a lato, timida, Quando non spero più... 7 In cielo cerco il tuo felice volto,
Come allodola ondosa Nel vento lieto sui giovani prati, Le braccia ti sanno leggera, vieni. Ci scorderemo di quaggiù, E del mare e del cielo,