Le foglie secche: tic tac, loro malgrado, del divenire.
Spighe mature, l’ortografia sublime del gran villano.
Amo chi ha lasciato un segno nel mio giorno, anche il segno di una ferita, anche una ruga o una cicatrice, e poi, che dire di chi mi ha lasciato semi avvolti in un pezzo di carta, di ch...
Riposa, padre, dopo il travaglio. Conta le stelle.
Va la moneta al ballo frenetico: la borsa ride.
Gli ascensori luoghi silenti viaggiatori sospesi.
E’ tempo che l’erba chiede aiuto e la quercia ti sorride e Tu spegni la tivù!
In questo mondo gli ignudi mostrano veste preziosa.