Ada Negri

Son gelosa di te!...

Ti vidi un giorno—e di sospetto un palpito
M’arse la solitaria alma sdegnosa,
Senza saper perchè:
Or ti conosco, e t’odio, e son gelosa,
Son gelosa di te!...
 
Va, sirena, e trionfa. A te di grazie
Molli e procaci ben concesse Iddio
Il fulgido tesor:
Va—sei bella e fatal come il desìo,
Bianca fanciulla da le trecce d’ôr!...
 
Perchè venisti? Di repente al fascino
Di tua fiorente giovinezza audace
Fuggì mia speme a vol;
E il mio splendido sogno infranto giace,
L’ali spezzate, al suol.
 
Se tu sapessi come punge l’anima
L’acuta spina d’un dolor profondo,
Quando fugge l’amor....
Come par vuoto e desolato il mondo.
Quando negletto e senza meta è il cor!...
 
Oh, potessi scordar l’alate e rosee
Larve del sogno appassionato e stolto
De la mia gioventù;
Su le rovine de l’amor sepolto
Non ridestarmi più!
 
.... Va, sirena, e trionfa.—A te di gioie
Intime il riso, e la bugiarda festa
Di dolci voluttà;
Ma se cupo abbandono a me sol resta,
L’ira del fato su te pur cadrà.
 
Quando, solinga, cercherai fra i ruderi
Muti e dispersi de l’amor languente
L’ebbrezza che svanì,
Quando, fra i geli, invocherai l’ardente
Felicità d’un dì,
 
Ritta e proterva mi vedrai risorgere
Come vindice larva a te dinante,
Lieta del tuo dolor;
E riderò su le tue gioie infrante,
Bianca fanciulla da le trecce d’ôr:
 
Poichè, superba di tue molli grazie,
Tu calpestasti il sogno mio di rosa
Sotto l’audace piè,
T’odio, balda sirena, e son gelosa,
Son gelosa di te!...

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